IL CIGNO. È diventato il brutto anatroccolo

11
Feb

Riflessione sul pane

La favola non è sbagliata, neppure al contrario, è la vera storia del pane.

Alcuni anni fa, quando i momenti erano difficili per tutti, parlo del periodo successivo alla seconda guerra mondiale, quando tutto era da ricostruire, IL PANE era il primo alimento di tutti noi, se ne mangiava tanto e in tutti i modi, al mattino nel caffèlatte; a mezzogiorno non importava se c’era o non c’era il companatico, importante che ci fosse IL PANE; nel pomeriggio lo si dava ai bambini, con la marmellata, con una fetta di formaggio, con burro e zucchero e alla sera c’era la mitica zuppa di PANE. Tutto ciò, ci ha aiutati a crescere sani e forti. L’obesità non si sapeva nemmeno cosa fosse, visto e considerato che una famiglia composta da quattro persone riusciva a mangiare oltre un chilo di PANE.
IL PANE era importante, apprezzato, valorizzato, perché quello che si comperava, bisognava mangiarlo tutto, comunque se avanzava, le nostre nonne o mamme trovavano sempre il sistema per riutilizzarlo, facendo dolci o zuppe, e come tutte le cose importanti aveva un posto ben preciso in cucina, nella credenza, all’interno di un cestino di vimini o in una sporta di stoffa.

L’Italia cresce, i tempi diventano moderni, il mercato comincia a offrire prodotti alternativi al PANE, brioches di tutti i tipi, nutrienti, digeribili con “più latte meno cacao”, merendine di tutti i generi con le quali “mangi sano e vivi meglio”.

Con tutto questo progresso, che ci fa dimenticare il PANE, abbiamo scoperto alcuni disturbi creati proprio da questa cosiddetta modernizzazione: obesità in primis.

Oggi, IL PANE, detto da illustri medici può essere più pericoloso di un pacchetto di sigarette, perché tanti disturbi sono proprio derivati dal PANE . Il glutine, il lievito, le ceneri, il malto, sono acerrimi nemici della salute dell’uomo. Quando si và da un dietologo, la prima soluzione per dimagrire è ”eliminiamo IL PANE ”, il cliente risponde, ”ma io non mangio PANE.” Ma siamo sicuri che faccia così male questo PANE ? O è questa società che cambia la tipologia dell’uomo?

Di questi tempi, IL PANE non ha più l’importanza di un tempo, se ne mangia poco a volte ci si dimentica anche di comperarlo, lo si porta in tavola solo per abbellirla, non si ha più cura di questo prodotto nobile e genuino, non gli si dà più un posto nelle nostre cucine, quando si fa la spesa si ha cura di mettere al suo posto la merce comperata, la pasta, i pelati nella dispensa ,la carne, il formaggio, l’affettato nel frigorifero, il vino nella cantina. E IL PANE ? IL PANE viene abbandonato sul tavolo, su una sedia, sul divano e a volte anche nel sacchetto per terra.

E pensare che per mangiare il pane buono anche la sua conservazione ha la sua importanza, se lo si vuole sempre friabile, basta tenerlo in una sporta di stoffa, se lo si vuole morbido, basta tenerlo in un sacchetto di plastica.

Aspetteremo quando IL PANE non ci sarà più per capire quanto era buono; allora diremo la classica frase ”si stava meglio quando si stava peggio”

IL PANE che ci ha aiutato a ricostruire e ci ha fatto tanto bene, oggi non ha più un posto, non ha più uno scettro, non ha più un trono, non ha più un regno nel nostro tempo, così detto moderno.

Panettiere: BEDON RINALDO

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